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Natale: l'urgenza di una festa da riscoprire
Fr. Santo

Supponiamo che un uomo, dopo aver perso completamente la memoria, vedendo le vetrine tutte addobbate, la frenesia per le vie del centro e i grossi pupazzi vestiti di rosso con la barba bianca, decida di capire che cos'è questo Natale che tutti nominano ma di cui lui proprio non ricorda nulla. Camminando per la città, parlando con le persone, osservando i costumi in voga e valutando ciò che i media propongono sul tema del Natale, che cosa potrebbe arrivare a comprendere? Probabilmente potrebbe pensare che il festeggiato sia Babbo Natale! Già, lo dice il nome stesso! O forse, nella migliore delle ipotesi, potrebbe pensare che si tratti di una festa popolare costruita intorno alla favola di un tale bambin Gesù, "nato in una grotta al freddo e al gelo"...

Oppure supponiamo che quest'uomo senza memoria incontri proprio voi per strada! Sì voi, con le borse piene di pacchetti! E vi dicesse: "Per caso lei mi sa spiegare in cosa consiste questo Natale?"! Quale sarebbe la vostra risposta?

Cerchiamo di essere sinceri: ormai anche noi cattolici abbiamo perso completamente di vista il vero significato del Natale. Proprio nel giorno in cui dovremmo contemplare il mistero dell'evento che ha originato la nostra fede e che ha cambiato la storia dell'umanità al punto da dividerla in "prima" e "dopo", non troviamo di meglio da fare se non abbuffarci a dismisura e scambiarci inutili regali, alimentando così consumismo e materialismo.

L'uomo senza memoria a questo punto ci domanderebbe: "Ma davvero Dio si è fatto uomo ed è venuto in mezzo a noi?" A ben vedere, la testimonianza che offriamo potrebbe far nascere più di un dubbio. Forse anche noi in qualche modo abbiamo smarrito la nostra identità.

Oggi più che mai il mondo ha un disperato bisogno del Natale. Di quello vero però. Cosa state insegnando ai vostri figli? E loro che cosa insegneranno ai vostri futuri nipoti? È necessario recuperare al più presto la nostra identità cristiana. Riscopriamo dunque il Natale come tempo di conversione, di vigilia, di attesa, di stupore davanti al mistero di un Dio che squarcia il suo cuore e per amore si mette in gioco facendosi uno di noi, per potersi raccontare usando il nostro linguaggio, per poter parlare ai nostri cuori, per instaurare un dialogo, un rapporto personale con noi che continuamente lo emarginiamo nella presunzione di poterne fare a meno!

Lasciamoci disturbare dal Natale. Come restare indifferenti davanti a un Dio avvolto in fasce? Chiediamo a Maria di donarci il suo sguardo rapito, mentre tiene fra le braccia e nutre al seno il suo Creatore! Lasciamoci interrogare dal Natale. Gesù bambino giace in una mangiatoia e ci parla dell'infinita carità di Dio che non si è rivelato nella sua potenza ma nell'umiltà, nell'amore. Ecco la buona notizia del Natale! Dio è buono! Dio è amore! Dio non è lontano! È il Dio-con-noi! Possibile che dalle nostre frenetiche giornate non trapeli nulla di tutto ciò?! Se si trattasse di una favola sarebbe comprensibile... ma trattandosi della verità non siamo giustificabili.

Se Dio è in mezzo a noi si deve vedere! Possibile che non ci sia più traccia di quell'attesa, di quel desiderio profondo di conoscere il Salvatore? Possibile che non vi sia più coscienza del fatto che Gesù è venuto nel mondo e tornerà una seconda volta? E se tornasse domani? In quale stato troverebbe la sua Chiesa? In vigile attesa oppure distratta? Pronta ad accoglierlo oppure al buio con le lampade senza olio? Facciamo in modo che quest'anno il Natale non sia soltanto una sterile festa popolare, ma cerchiamo di penetrare il mistero di quella notte che deve trasformare la nostra esistenza rivestendola di sentimenti nuovi, sentimenti che nascono dalla consapevolezza di non essere soli, dalla certezza di essere amati.

Infine, una proposta per i più piccoli. Perché non prendere l'abitudine di scrivere una letterina anche a Gesù bambino? Non per chiedere doni materiali (quelli li lasciamo a Babbo Natale!) ma per domandare qualcosa di più profondo: la pace in famiglia, la capacità di essere più buoni, più pazienti, più gioiosi ecc. Penso sarebbe un modo simpatico per imparare a dialogare con Gesù e per non dimenticare che cos'è il Natale! Auguri!

 
^ inizio pagina pubblicato su "Nostro Tempo" (settimanale cattolico modenese)
n.46 del 22/12/2007






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