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Avvento: tempo di preparazione, preghiera e meditazione
Giorgia S.

Avvento 2022
Comunità Figli di Maria

Eccoci giunti alla prima domenica di Avvento, inizio del nuovo anno liturgico. L'inizio dell'anno liturgico non corrisponde all'inizio dell'anno civile, in quanto il primo è il modo della chiesa di vivere il tempo nel fare memoria della vita, morte e risurrezione gloriosa di Nostro Signore Gesù Cristo. Stiamo entrando nel periodo dell'anno in cui meditiamo la grandezza di Colui che, tramite l'annuncio dell'Arcangelo, è disceso da Dio e si è incarnato nel grembo della Vergine Maria.

Riprendiamo la bellissima meditazione di San Bernardo di Chiaravalle nei suoi sermoni sull'Avvento. Il Santo si chiede come mai proprio il Figlio decise di incarnarsi e soffrire la Passione, sacrificandosi a nostro nome e la risposta che offre è quanto mai affascinante e mostra quanto Dio Padre abbia sofferto nel condannarci e di quanto Dio Figlio ci abbia amati per riscattarci

Il monaco parte dalla Creazione, quando Lucifero, in un supremo atto di superbia volle equipararsi a Dio, ma nessuno se non il Figlio poteva sostenere e arrogare a sé tale uguaglianza; pertanto, Dio Padre difronte all'insubordinazione dei suoi angeli che sfidarono nell'onore il Figlio, li catapultò nelle viscere più profonde dell'inferno.
Per prendere il posto degli angeli caduti, Dio creò l'uomo lo pose nell'Eden e gioì della sua creazione, fino a quando anche loro peccarono di superbia, volendo acquisire quella scienza che poteva essere solo di Dio, e quindi del Figlio. In un doloroso atto di giustizia Dio Padre cacciò i progenitori dal paradiso, ma tramite la sua misericordia permise che ci potesse essere una strada per tornare a Lui, cosa invece mai permessa agli angeli ribelli.
Il peccato dei progenitori attirò su tutta l'umanità l'ira di Dio, ed il Figlio, vedendo che il Padre per difenderlo non perdona le sue creature, decide, anch'Egli per amore del Padre, di far riconciliare con il suo sacrificio le creature con il suo Creatore.
Il Figlio quindi dal cuore del Padre venne nel grembo della Vergine Maria.

Se ne evince quindi durante l'Avvento come il popolo si ponga in attesa di questa venuta salvifica e si prepari in due modi differenti ma complementari: in maniera privata con la preghiera e la penitenza, in maniera pubblica partecipando alla liturgia propria del tempo.
La Chiesa ci pone davanti al mistero della venuta di Cristo, mistero che è allo stesso tempo uno e trino.
Uno perché è lo stesso Figlio di Dio a venire, trino perché la venuta è triplice.

Nella prima venuta viene nella carne e nell'infermità, è una venuta umile e nascosta, dove visse fisicamente sulla terra, conversò con gli uomini e infine fu ingiustamente giudicato;
nella seconda venuta, misteriosa e piena di amore, viene in spirito ed in potenza ed è la venuta che stiamo noi vivendo come popolo cristiano. Lo facciamo venire nel nostro cuore e nella nostra anima e ci rende giusti attraverso la grazia; nella terza venuta Egli viene risplendete e terribile in gloria e maestà, non sappiamo quando arriverà, ma giudicherà ogni cosa con equità.

Pertanto, nel Natale il fedele attende Cristo nella sua prima venuta, aspira alla seconda in cui lo Sposo si riunirà alla sua Sposa, e freme per la sua ultima venuta ed il suo giudizio.
La liturgia, nell'accompagnare il fedele in questa attesa, si copre dei colori della penitenza, si veste di viola, sospende il canto angelico del 'Gloria in excelsis'. Il Messia ancora non è nato, Maria non ha ancora deposto nella mangiatoia il suo divin fardello; perciò, non è tempo di cantare ma di attendere.
In questo lungo periodo però ci sono due momenti che si distinguono dagli altri:
si continua a cantare l'Alleluja, e la terza domenica di Avvento, detta 'domenica Gaudete' si tinge di rosa per esprimere che, pur unendosi all'antico popolo che attende, non dimentica che l'Emmanuele è già venuto e ci ha redenti. Ecco quindi, che l'Alleluja risuona in queste domeniche ad accompagnare le gioie ed i dolori dell'attesa, un'attesa che porterà alla notte santa in cui rifulgerà la luce più splendente che il mondo abbia mai visto.

La Chiesa, intesa come popolo di fedeli, deve prepararsi alla venuta di Nostro Signore Gesù Cristo.
Deve 'vigilare' come le vergini in attesa dello sposo, il quale dopo averci riscattato con il suo sangue tornerà a giudicarci; 'pregare' il Signore per chiedere la salvezza delle nostre anime; 'convertire' affinchè Cristo venendo nel nostro cuore ci renda degni davanti al Padre. Trasformandoci in Cristo, accogliendolo, vivendo la sua vita e non più la nostra porteremo a compimento il disegno del cristianesimo; divinizzare l'uomo attraverso Gesù. Ma non tutti sono pronti ad accogliere questa nascita nel proprio cuore perché non sono in grado di rispondere alla chiamata.

Apriamo le porte del cuore e dell'anima alla sua venuta, Egli ritorna ogni anno con rinnovata tenerezza, 'dimentica ogni rifiuto e torna ancora una volta per rinnovare ogni cosa' (Apoc. 21, 5). Facciamo pertanto posto al celeste bambino che vuole nascere in noi. Il momento si avvicina e non facciamoci sorprendere nel sonno quando Egli arriverà, ma vegliamo e preghiamo.

Desidero concludere questa meditazione con un passo tratto dai Sermoni di San Bernardo:
'[...] la Vergine è Lei stessa quella via regia per la quale è venuto il Salvatore, procedendo dal suo grembo come uno sposo dal suo talamo. Conoscendo dunque questa via, studiamoci anche noi, o dilettissimi, di salire per essa a Colui che per essa è disceso a noi, per essa venire in grazia di Lui che per essa è venuto alla nostra miseria. Per Te ci sia dato accesso al Figlio, o Benedetta trovatrice della grazie, Madre della vita, Madre della salvezza, affinchè per Te ci accolga Colui che per Te ci è stato dato. Supplisca la Tua integrità presso di Lui, alla colpa della nostra prevaricazione e l'umiltà che Ti rende grata a Dio ottenga il perdono alla nostra Vanità. La Tua copiosa carità copre la moltitudine di nostri peccati e la Tua gloriosa fecondità ci conferisca la capacità di acquistare meriti. Signora nostra, mediatrice nostra, avvocata nostra, riconciliaci con il Tuo Figlio, raccomandaci a Lui, a Lui presentaci. O Benedetta, fa' per le grazie che hai trovato, per la prerogativa che hai meritato, per la misericordia che hai generato, che Colui che per Tuo mezzo si è degnato di farsi partecipe della nostra infermità e della nostra miseria, ci faccia altresì, per le Tue preghiere, partecipi della sua gloria e beatitudine, Gesù Cristo, Tuo Figlio, nostro Signore, che sopra ogni cosa è benedetto nei secoli.'


 
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