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Il Card. Hummes scrive ai sacerdoti nella festa del Santo Curato d'Ars
Card. Cláudio Hummes




Cari amici sacerdoti,

In occasione della festa di San Giovanni Maria Vianney, il Curato D'Ars, il prossimo 4 agosto, vi saluto cordialmente con tutto il cuore e vi invio questo messaggio fraterno.

La Chiesa oggi sa che esiste un'urgenza missionaria, non soltanto "ad gentes", ma anche nelle regioni e negli ambienti nei quali da secoli la fede cristiana è stata predicata, impiantata e le comunità ecclesiali sono stabilite. Si tratta della missione, o dell'evangelizzazione missionaria (Redemptoris Missio, 2), dentro il gregge stesso, che abbia come destinatari coloro che noi abbiamo battezzati ma che, per diverse circostanze, non siamo riusciti ad evangelizzare sufficientemente, oppure che hanno perso il primo fervore e si sono allontanati. La cultura postmoderna della società contemporanea - una cultura relativista, secolarizzata, agnostica e laicista - esercita anche una forte azione erosiva della fede religiosa di molte persone.

La Chiesa è, per sua stessa natura, missionaria. "Il seminatore uscì a seminare" (Mt 13,3), disse Gesù. Non si limita a gettare il seme dalla finestra, ma esce di casa. La Chiesa sa che non può restare inerte e limitarsi ad accogliere ed evangelizzare coloro che La cercano, nelle sue chiese e comunità. È necessario alzarsi e andare laddove le persone e le famiglie risiedono, vivono e lavorano. Andare a tutti: aziende, organizzazioni, istituzioni e ambiti diversi della società umana. A questa missione, tutti i membri della comunità ecclesiale sono chiamati: pastori, religiosi e laici. Peraltro, la Chiesa riconosce che i presbiteri sono la grande forza propulsiva della vita quotidiana delle comunità locali. Quando i presbiteri si muovono, la Chiesa si muove. Se non fosse così, sarebbe assai difficile realizzare la missione.

Voi, cari fratelli presbiteri, siete la grande ricchezza, il dinamismo, l'ispirazione pastorale e missionaria, in mezzo alla gente, laddove vivono, in comunità, i nostri battezzati. Senza la vostra determinante decisione di "prendere il largo" ("Duc in altum") per la pesca, alla quale lo stesso Signore ci convoca, poco o nulla succederà nell'ambito della missione urgente, sia "ad gentes" che nei territori di antica evangelizzazione. Ma la Chiesa ha la certezza di poter contare su di voi, perché sa, e riconosce esplicitamente, che la stragrande maggioranza dei sacerdoti, - nonostante le debolezze e le limitazioni umane, che tutti abbiamo - sono sacerdoti degni, che donano ogni giorno la loro vita al Regno di Dio, che amano Gesù Cristo e il popolo che è loro affidato; sono sacerdoti che si santificano nell'esercizio diuturno del loro ministero, che perseverano sino alla fine nella mietitura del Signore. C'è una piccola parte di sacerdoti che ha deviato gravemente. La Chiesa cerca di riparare al male da essi compiuto. Ma, d'altro lato, si rallegra ed è fiera dell'immensa maggioranza dei suoi presbiteri, che sono buoni e sommamente lodevoli.

Nell'Anno Paolino e nell'attesa del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio, che si svolgerà a Roma nell'ottobre prossimo, vogliamo tutti disporci all'urgente missione. Che lo Spirito Santo ci illumini, ci invii, ci sospinga, affinché possiamo andare e annunziare, ancora una volta, la persona di Gesù Cristo, morto e risuscitato, e il Suo Regno!

Vi saluto di nuovo, cari fratelli, restando sempre a vostra disposizione. Prego per tutti voi, specialmente per quelli che soffrono, per gli infermi e per gli anziani.


Dal Vaticano, 15 luglio 2008



Cardinale Cláudio Hummes
Arcivescovo Emerito di San Paolo
Prefetto della Congregazione per il Clero

 
^ inizio pagina Fonte: Congregazione per il Clero






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